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"I mati dela Sorna" di Brentonico

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Descrizione dell'itinerario La storia di Brentonico

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Senter dela bancheta un nuovo tracciato sulle pendici del Monte Baldo Trentino

MAP SENTIERO DELA BANCHETA

Trekking ad anello alla scoperta delle postazioni della prima guerra mondiale fino al rifugio Malga Campei

Descrizione del Trekking

Si parcheggia di fronte al parco giochi di Festa. Inizialmente si segue il sentiero SAT 650 detto anche "Sentiero delle oche" per circa 40 minuti. Ad un bivio si prende a sinistra ed in breve si giunge alla bacheca che indica il percorso. Si prende il sentiero a destra ed, in circa 20 minuti, si raggiunge l'"Agora'": trattasi di una postazione della prima guerra mondiale che presenta un pianoro, dove sono state installate delle panchine, ed una caratteristica grotta che fungeva da osservatorio. Si sale il ripido pendio sovrastante fino a raggiungere la cresta che divide la valle dai piani delle malghe e si raggiunge il punto piu' alto del nostro percorso (1440 m). Trattasi di un punto panoramico, chiamato MIRADOR, con vista su tutta la valle dell'Adige e sull'Altopiano di Brentonico. In discesa ed un traverso si raggiunge la famosa "bancheta" che e' stata recentemente attrezzata anche con un tavolo, e' il luogo ideale per uno spuntino. Si segue il sentiero in discesa, prevalentemente verso Nord, fino a raggiungere la bacheca iniziale e poi seguendo il sentiero 650 si giunge di nuovo al parcheggio. Tutto il percorso e' ben segnalato con un logo che figura nelle immagini e con “ometti” di pietra. Si raccomanda la massima attenzione per chi volesse visitare il tunnel dell'osservatorio di guerra, sito nelle adiacenze dell'“Agora'”. Il luogo si raggiunge in arrampicata su rocce facili ma esposte.

BACHECA DEL PERCORSO
La bacheca che descrive tutto il percorso

Variante per il rifugio Malga Campei

Per chi vuole pranzare in un caratteristico rifugio conviene invertire il percorso. Si sale sempre per il sentiero delle oche (650), giunti alla bacheca, invece di salire verso l'Agora', si prende il sentiero a sinistra (Cartello "Bancheta"). Dopo circa 40 minuti di cammino, si raggiunge la bancheta e salendo ancora il ripido sentiero porta sulla cresta. Si piega a destra (verso NE) ed in breve si giunge al cartello del Mirador. Si prosegue sulla cresta, in leggera discesa finche', a quota 1380 circa si attraversa verso sinistra (N-O) per 60 metri fino ad incrociare il sentiero 650.  Si prosegue verso valle fino a raggiungere un incrocio su una strada ed un cartello indica la salita al Rifugio Malga Capei. Si cammina sulla ripida strada per circa 150 metri di dislivello fino a raggiungere il rifugio che offre un menu' caratteristico del Trentino. Il rientro puo' avvenire attraverso il sentiero 650; in caso di maltempo o bagnato consigliamo di seguire la strada forestale dei Frugnoni e poi la strada Brentegana fino ad arrivare a Festa in circa 1,5 ore.

RIFUGIO MALGA CAMPEI
Il simpatico rifugio Malga Campei.

La storia del Senter dela Bancheta

Il sentiero veniva utilizzato fin dall'antichita' quale scorciatoia per raggiungere la malga Campo da Festa a piedi, evitando il largo giro del “Sentiero delle oche”. In effetti il percorso si svolge nell'unico punto accessibile fra la ripide rocce che precipitano sui piani della frazione Festa di Brentonico. Il nome del sentiero e' dovuto al fatto che in un punto panoramico del percorso, poco prima di raggiungere la cresta, era presente una panchina, ormai quasi distrutta dal tempo e dalle intemperie. Era anche noto un punto molto panoramico sito sulla cresta e denominato “Mirador”; la parola in dialetto esprime esattamente la bellezza del luogo. Piero e Renzo, due cittadini residenti in zona, avevano percorso sovente il sentiero; inoltre sono venuti a conoscenza che nell'area era presente una fortificazione risalente alla prima guerra mondiale.

SENTER DELA BANCHETA AGORA'
l'Agora', luogo di quiete, di confronto e deliberazioni.

Hanno avuto la brillante idea di collegare le due cose ed hanno iniziato il duro lavoro di tracciamento di un percorso ad anello che collegasse sia i resti di guerra sia il Senter dela bancheta. Piero e Renzo sono stati infine coadiuvati anche dal gruppo di cittadini denominato “I matti della Sorna”. La notevole forza lavoro ha consentito la posa di numerosi cartelli indicatori, di segnali sugli alberi, la costruzione delle panchine dell'“Agora'” ed anche la pulizia di tutti i sentieri. Il lavoro piu' oneroso e' stato il trasporto della nuova panchina alla zona “Bancheta” e di un tavolo da malga Campo; e' stata anche costruita una panchina nell'area del “Mirador”. Molto interessanti sono i resti della prima guerra mondiale: trattavasi di un osservatorio sulla valle dell'Adige. Un pianoro ospitava le baracche dei soldati, vi sono ancora i resti di scale, murature e di un abbeveratoio in pietra ancora intatto. Il posto di guardia e' costituito da un tunnel in fondo al quale una finestra si affaccia sull'altipiano di Brentonico e sulla valle dell'Adige. Volendo entrare nel tunnel occorre salire il sentiero fino ad un dosso e poi arrampicarsi in traverso molto esposto (prudenza !). Sul pianoro sono state costruite quattro panchine e, quando abbiamo visto la disposizione ad anello e' venuto spontaneo chiamare il luogo con il nome di “Agora'”. Ricordiamo che nella Grecia antica, veniva indicata con tale nome la piazza della citta' dove si svolgevano le assemblee democratiche dei cittadini.

LA FAMOSA BANCHETA
La storica bancheta e il nuovo tavolo.

La storia di Brentonico

da un manoscritto di Luigi Zenatti pubblicato su “I 4 VICARIATI” 71-72 del 1.01.1992

Brentonico fu per piu' di due secoli e mezzo il capoluogo di un vasto territorio che comprendeva, oltre il nostro Comune. anche quelli di Ala. Avio e Mori. Ancor prima era stato per molto tempo la sede dei dinasti che dominarono sullo stesso territorio, escluso quello di Mori. Ilario Dossi da Corne', padre cappuccino, nel suo libro «l cognomi di Brentonico», scrisse che questo paese e' uno dei piu' antichi del Trentino, comparendo il Suo castello tra quelli distrutti dai Franchi nel 590 dopo Cristo. Merita di vederlo questo paese o di rivederlo! Man mano che si sale sui fianchi nord-orientali del Monte Baldo da Mori o da Chizzola per le strade o per scorciatoie e sentieri come si faceva in tempi non lontani, lasciando in basso i paesi delle valli piu' popolati e rumorosi, appare sempre lassu' la cima verde e tondeggiante dell'Altissimo, quasi un punto di riferimento che ti guida e t'invita sempre piu' in alto! Piu' si sale, piu' l'aria e' pura e balsamica: il verde dei prati e della vegetazione ricrea la vista e l'animo di chi, cresciuto tra queste montagne e allontanatosi, vi fa ritorno. Le chine scoscese dell'Altissimo digradano in pendii sempre piu' ampi che si allargano in altri monti, le rocce di Corna Piana e l'erboso Vignola. Appaiono poi anche i paesi che fanno corona alla depressione del torrente Sorna: Saccone, Prada, Fontechel, Vigo, Lera, Fontana. Cazzano, Crosano, le contrade sparse di Corné e delle Some giu' in fondo e piu' in alto l'ultimo arrivato, il villaggio turistico della Polsa.
L'autostrada del Monte Baldo 10.000 a.C.
Gia' altri studiosi, per primo forse il Brentari, seguito dal Dal Ri, dal Tomazzoni', dal Chiocchetti e dal Chiusole, per citare quelli che ricordo, avevano avanzato l'ipotesi che la via del Baldo fosse stata la direttrice di penetrazione dell'uomo nell'area alpina, dato che la valle dell'Adige, d ove affluivano le acque dei disgeli, era paludosa, impraticabile e scarsamente frequentata dagli erbivori, e le rocce a picco sul lago di Garda impedivano il passaggio. Ora Domenico Nisi e Bernardino Bagolini, dopo aver percorso e ripercorso per anni le pendici del Baldo, sono riusciti a ricostruire la pista, che essi chiamano «autostrada della preistoria», calpestata per millenni dagli uomini nell'eta' della pietra scheggiata (periodo paleolitico) e che nell'eta' della pietra levigata (periodo neolitico), si fermarono sul nostro territorio, vivendo in capanne, allevando cani, cavalli, bovini e ovini e dando l'avvio alle prime coltivazioni; mentre altri loro simili proseguirono e popolarono l'area alpina. Erano lberi e Liguri, popoli di origine mediterranea, forse di razza semitica, giunti in eta' remote, prima in Spagna e poi in Italia dal Nord-Africa. Reperti del periodo paleolitico e del neoli'tico furono trovati ovunque sul Monte Baldo e testimoniano di questi primi abitatori. Ne sono testimonianza le selci trovate sul versante meridionale del Baldo e perfino sui 2000 metri di Punta Telegrafo, ma per noi piu' convincenti sono i reperti di Malga Tretto, di S. Valentino, di Malga Campo, del Pian di Festa. di Tragno, delle Sorne e di Brentonico stessa.
I Galli.
Si e' sicuri che i Galli passarono dal Monte Baldo e si fermarono nei nostri paesi. I numerosi reperti lo stanno a dimostrare. Adriano Rigotti avanza l'ipotesi che una pietra rozzamente scolpita, trovata in localita' Castel, sia un Menhir gallico. Comunque e' certo che cinque monete di argento di tipo gallico e un cimiteruolo sono stati trovati in localita' Castel e 250 monete di argento di Marsiglia in localita' Zengio. Si ha quasi la certezza che la zona dove ora si trova il cimitero, a sud-est di Vigo, sia stata abitata dai Galli. Sembra che i Galli venuti da noi abbiano portato la lavorazione del ferro e la razza Bruno Alpina che caratterizza le mucche che ancora pascolano nelle nostre malghe.
I Romani (16 a.C.)
Molti reperti romani frammisti a quelli gallici, trovati nei nostri paesi e in altre localita' del Trentino, hanno fatto supporre che i Romani avessero dominato da noi molto prima. Si ritiene ora che i Galli, da lungo tempo a contatto con i Romani, abbiano assimilato i loro usi e costumi e li abbiano portati da noi, mantenendo solo rapporti commerciali. Non avevano imposto leggi o amministrazioni, vivevano in tribu' libere e indipendenti. La fusione nelle nostre localita' dei Galli con le popolazioni precedentemente immigrate diede origine a una razza caratteristica: i Reti. Gli scarsi reperti di armi fanno supporre che si vivesse in un periodo di pace. Approfittando di questo stato di cose, i Romani penetrarono nel nostro territorio dapprima con scopi pacifici e commerciali, ma in seguito, accorgendosi quanto queste genti montane fossero poco disposte a considerare la loro superiorita' e a inchinarsi alla potenza e alla grandezza di Roma, accettando di prestare servizio nel loro esercito e a corrispondere tributi, effettuarono varie azioni punitive. Le popolazioni del Baldo, di concerto con quelle delle Giudicarie e della Valle Rendena, confederate a Roma, si ribellarono. E l'inizio della guerra reti'ca. Nel 16 avanti Cristo Druso con forze preponderanti affronta Venni e Brentenesi del Monte Baldo, trovando una forte resistenza. Li sconfissero ed arrivarono fino a Trento, costituendovi un Municipio.
I Longobardi 568 d.C.
Di tutti i barbari che invasero l'Italia, i Longobardi ebbero per noi maggiore influenza, perché diedero inizio a un fenomeno politico-economico, il feudalesimo che si consolido' con i Franchi: un modo di governare e sfruttare le popolazioni per molti secoli, fino alla rivoluzione francese in alcuni Paesi. Nonostante i Romani avessero costruito nella Valle Lagarina una strada molto comoda, la Claudia Augusta, i Longobardi preferirono quella del Monte Baldo, investendo le nostre contrade nel 568 d.C. Essendo passati sul nostro suolo, compresero l'importanza strategica dell'altopiano di Brentonico per l'accesso alla via dei Baldo e vi lasciarono gruppi di guerrieri. Dato che questi vi si stabilirono con le loro famiglie, furono remunerati con appezzamenti di terreni sufficienti per il loro sostentamento.
I Franchi 774 d.C.
I Franchi erano tribu' germaniche stanziate lungo la riva destra del Reno. l Romani li avevano costretti nelle loro residenze, ma verso il secolo IV d.C., indeboliti dalle lotte civili e militari, non poterono impedire che i Franchi dilagassero nella Gallia che da loro prese il nome di Francia. I Franchi trovarono sul Baldo il bestiame da razziare per vettovagliarsi ed evitarono i presidi longobardi della Valle. Il re dei Franchi Carlo fu favorito anche dal Papa con la Speranza che riuscisse a moderare la violenza dei Longobardi. Sembrava che le cose si risolvessero pacificamente. Carlo aveva sposato Desiderata – l'Ermengarda della tragedia del Manzoni - figlia di Desiderio re dei Longobardi. Ma la guerra fu inevitabile: Carlo ripudio' Desiderata e sconfisse Desiderio a Pavia e il figlio di costui, Adelchi, a Verona nel 774 dopo due anni di lotte.
I Castelbarco 1307.
Non sono noti i nomi dei primi signori che dominarono a Brentonico. ln un documento del 1231 si trova il nome di Uberto di Brentonico e si sa che i suoi discendenti dominarono fin verso il 1300 quando la famiglia si estinse. Gia' nel 1211, Briano di Castelbarco aveva ottenuto dal vescovo di Trento il permesso di costruire una residenza al Palu', purché rimanesse a lui sottomesso e abbattesse un castello che aveva a Castione. Per comprendere questa concessione, occorre sapere che religiosamente Brentonico dipendeva dal vescovo di Verona, ma civilmente da quello di Trento. Nel 1411 avvenne un fatto straordinario, ll barone Azzone Francesco Castelbarco aveva dettato il suo testamento, nominando erede universale suo figlio Ettore che raccomandava alla tutela della Repubblica di' Venezia, disponendo che nel caso accadesse che lo stesso Ettore morisse senza figli legittimi, ordino che i castelli, beni e giurisdizioni passino e restino liberi alla Serenissima.
I Veneziani 1411.
Il Doge di Venezia. appreso che Ettore di Castelbarco era morto, non attese che il tempo passasse: gia' il 23 giugno 1411 delego' un suo ministro, Iacopo de Reclusis, a prendere possesso dei territori di Brentonico, Ala ed Avio. Questi arrivo con dei soldati che distribui' nei singoli capoluoghi, poi il Doge nomino' un suo Vicario per ogni giurisdizione. La signoria di Mori rimase sotto i Castelbarco di Monte Albano ma nel 1439 la Repubblica di Venezia, venuta in conflitto con loro, occupo' Mori e fece demolire dalle fondamenta i castelli di Montalbano e di Nomesino. ll Doge nomino' un Vicario anche per Mori. Nel 1416 anche Rovereto era stata occupata dai Veneziani che vi posero l'ufficio della giustizia sotto il Capitano Generale della Vallagarina. La Repubblica di Venezia fu il primo governo italiano a dare ai sudditi un ordinamento civile e sociale progredito: istitui' l'anagrafe, si dimostro' efficiente nell'amministrare la giustizia e nel reprimere gli abusi. Si puo' affermare che con il dominio veneziano termina il medioevo e scompare l'ordinamento feudale che in altri Paesi durera' per altri tre secoli, fino alla rivoluzione francese, le cose stavano mettendosi sulla buona strada per i nostri paesi. Non e' scomparso da molto il detto popolare: “Quando Venezia comandava si beveva e si magnava”. l'espansionismo commerciale dei Veneziani dava fastidio ai Tirolesi e si fomento' l`odio anche contro i Lagarini. ll vescovo di Trento non aveva mai riconosciuto l'occupazione veneta della Vallagarina. l'arciduca d' Austria fece improvvisamente arrestare tutti i commercianti veneziani che si trovavano a Bolzano nell'aprile del 1481, sequestrando le loro merci. Poi ci si mise anche il papa Giulio ll: incorono' Massimiliano d' Asburgo. Imperatore del Sacro Romano impero; lancio' un monito contro i Veneziani e la Serenissima perdette il prestigio presso i popoli quasi fosse scomunicata. Si formo' contro Venezia la lega di Cambrai alla quale aderirono l'imperatore Massimiliano, i re di Spagna e di Francia e alcuni principi italiani. Dopo alterne vittorie e sconfitte Venezia dovette cedere nel 1509 e tutta la bassa Vallagarina divenne feudo imperiale, concesso provvisoriamente al conti d' Arco.
Il Vescovo Bernardo Clesio 1532.
Bernardo di Cles, eletto vescovo di Trento nel 1514, per le sue doti religiose, culturali ed anche politiche riscosse il favore del papa, dell'imperatore Ferdinando, successo a Massimiliano. Egli riusci' nel 1532 a far riconoscere tutti i diritti di Signoria feudale al Vescovato di Trento su gli ex domini dei Castelbarco. Morto improvvisamente il vescovo Bernardo Clesio, il feudo passo' di conseguenza al suo successore, il vescovo Cristoforo Madruzzo.
l Madruzzo 1542.
ll vescovo Cristoforo Madruzzo nei 1542 investi della signoria dei Quattro Vicariati suo padre Giovanni Gaudenzio ed e' proprio nei documento d' investitura che appare la dizione “Quattro Vicariati” per la prima volta in un atto ufficiale di una certa importanza. La signoria della famiglia Madruzzo duro' 114 anni ed anche i successori dovettero rispettare tutte le liberta' e i privilegi sottoscritti dai vescovo Cristoforo Madruzzo. In questo periodo Ala mette le ali, in un documento del 1479 e presentata con 62 famiglie e circa 600 persone, per la maggior parte contadini e boscaioli. In questo periodo, per merito della lavorazione della seta e dei velluti, la popolazione aumenta a causa delle immigrazioni, aumentano anche le ricchezze ed i palazzi, tanto che in seguito Ala verra' elevata a citta'. Ma il capoluogo dei Quattro Vicari'ati rimase sempre Brentonico.
Ritornano i Castelbarco 1654.
l Castelbarco, fin dal 1524, avevano promosso una vertenza per ottenere il riconoscimento di successori legittimi degli antichi loro feudi. Solo dopo 130 anni, nel 1654, vinsero la causa e ottennero l` investitura dei Quattro Vicariati. Immediatamente tentarono di annullare le concessioni ed i privilegi dati dai Veneziani e riconosciuti dal papa, dall'imperatore e dai Madruzzo, con la motivazione che i precedenti signori erano stati investiti illegalmente. L'allevamento del baco da seta, per merito del quale Ala stava arricchendo, era il miraggio e la speranza di una vita migliore. Nei 1678 avvenne una sollevazione e il popolo tento di bruciate la residenza dei signori di Loppio. Dovette intervenire la guarnigione militare, comandata dal capitano generale Giovan Battista Passerini di Brentoni'co, per difendere gli assediati. Al Passerini va il merito di esser riuscito a sedare i tumulti senza gravi conseguenze ed anche di aver evitato ai rivoltosi pene gravi. Finalmente nel 1701 gli abitanti dei Quattro Vicariati ottengono dall'imperatore Leopoldo primo un documento: i cosiddetti Privilegi Leopoldiani con i quali vengono riconosciuti tutti i loro diritti.
Brentonico incendiata e il castello di Dosso Maggiore distrutto – 1703.
Muore il re di Spagna senza erede, Austria e Francia entrano in guerra per la successione al trono. Gli storici si limitano a dire Austria e Francia, ma come sempre sono i re assoluti del tempo che costringono i popoli a fare le guerre. Un esercito austriaco, agli ordini del principe Eugenio di Savoia, muove dall'Austria verso l'Italia, mentre un altro esercito francese, comandato dal generale Catinat e' giunto nella Pianura Padana, ha occupato il ducato di Milano e si e' attestato ai piedi delle pendici meridionali del Monte Baldo. Gli abitanti dei nostri paesi ne subiscono le prime conseguenze perché non possono andare ad acquistare il grano necessario nel Veneto. Ma questo e' nulla: le cose peggiorano quando al comando delle truppe francesi fu incaricato il terribile maresciallo, duca di Vendone. Egli prese la decisione di invadere il Trentino per giungere in Austria. Purtroppo prese la via del Baldo e forzo' il passo di Navene. Invano il comandante delle truppe austriache scese a Brentonico e a Rovereto per reclutare soldati. L'esercito francese avanzava e le popolazioni non videro altro scampo che la fuga, dopo aver nascosto e sotterrato, anche questo invano, le loro misere masserizie. Si rifugiano nottetempo sul versante dell'Altissimo, sopra Nago. e' un calvario per ammalati, vecchi, donne, bambini. Giunto a Brentonico, il Vendome ordina il saccheggio, l'incendio dei paesi e fa radere al suolo il castello di Dosso Maggiore, simbolo della potenza dinastiale, dipendente dall'impero. Anche i paesi piu' piccoli vengono distrutti. Gli abitanti di Saccone, ad esempio, si rifugiano alla Pozza e alcuni sotto il covelo, sopra gli Spiazzi, essendoci vicina l'acqua delle Fontane. Al ritorno non trovano piu' nulla di quanto avevano sotterrato, anche le campane della chiesa nascoste sotto i sassi alle Gere, in fondo al paese, sono scomparse; le case sono incendiate.
Napoleone: arrivano ancora i Francesi! 1797
Per 18 anni le campagne napoleoniche sconvolsero l'Europa. Nell'estate del 1796 i soldati francesi sono sul Monte Baldo. Punto di concentramento delle forze austriache, che intervengono per contrastare l'avanzata francese, e' Brentonico. C'e' una scritta a Bocca di Navene: ricorda che Giuseppe de Betta respinse i Francesi saliti da Malcesine; un episodio marginale che, come in tutte le guerre, da' la gloria a chi non la merita. In realta' e' il reggimento Reuss che sconfigge i Francesi a Ferrara, facendo 500 prigionieri e fermando l'avanzata dal Baldo. Napoleone si era fermato ad Ala ed in seguito l'andirivieni delle truppe avviene per la Valle dell'Adige. Tra il 1797 e il 1800 i Francesi salirono dalla Valle sull'Altopiano e si fermarono temporaneamente nei nostri paesi. Nel 1803 Napoleone aboli' il potere temporale della Chiesa sul Trentino. Anche i Castelbarco ebbero soppresso il loro potere feudale.
Il Risorgimento italiano e Brentonico.
Sarebbe bella cosa parlare di un risorgimento del popolo nella prosperita' del suo lavoro, a seguito delle idee sollevate dalla rivoluzione francese, che Napoleone aveva preteso di divulgare in Europa. Invece non aveva portato che lutti, sventure e l'esempio di un regime assolutistico. Sconfitto definitivamente nel 1815, i monarchi provvidero alla restaurazione dei poteri precedenti il marasma napoleonico. Brentonico, come tutto il Trentino, fu aggregato al Tirolo Austriaco, divenendo un semplice Comune. Sara' Innsbruck la capitale e di la' perverranno tutte le disposizioni d' interesse locale. Come si sa, a causa delle divisioni che l'Italia aveva subito nella restaurazione, incominciano i movimenti insurrezionali, promossi da molti uomini di idee liberali che volevano la Costituzione; inizieranno quelle che sono chiamate le guerre del Risorgimento italiano contro l'Austria. Sotto la dominazione austriaca, abbastanza equanime ed onesta, e principalmente amante dell'ordine costituito, i nostri paesi sono poco toccati dai movimenti insurrezionali. La gente contadina era impegnata nel lavoro per il suo quotidiano sostentamento, troppe erano state le sventure per le guerre passate. L'istruzione nelle scuole popolari era imperniata sulla devozione alla Chiesa e all'imperatore. Inoltre le nostre popolazioni non miravano alla Costituzione in quanto da molto tempo eleggevano i loro rappresentanti locali. Nel 1842 venne costruita la strada della Madrera che congiunge Chi'zzola a Corné. Prima v'era una mal agevole carrareccia che seguiva il torrente Sorna. Brentonico e le frazioni contribuirono con la manodopera. Era comoda per raggiungere la Valle e in seguito la ferrovia, ma la strada non arrivava fino a Saccone, come era stato progettato. Vi giungera' piu' di un secolo dopo. La popolazione era aumentata fortemente nella seconda meta' del 1800 e non si trovavano piu' risorse per vivere. nonostante fosse incominciata la coltivazione del granoturco e della patata durante le guerre napoleoniche. Il Comune di Brentonico raggiunse i 4539 abitanti nel 1894, forse il massimo storico, mentre nel 1900 scese a 4039. La diminuzione di 500 unita', nonostante le nascite siano sempre state frequenti, fu dovuta all'emigrazione verso l'America di intere famiglie. Il Governo austriaco diede il via alla costruzione di strade e fortificazioni sul Monte Baldo e molti poterono trovare lavoro, ma certamente il pensiero che quelle opere potessero servire, incominciava a serpeggiare.
La prima guerra mondiale 1915-1918.
Ci fermiamo qui, supponendo che la storia della prima guerra mondiale sia sufficientemente conosciuta dalle popolazioni locali.
Nota degli autori
Questo e' solo un succinto riassunto di quanto scritto da Luigi Zenatti, in merito alla storia di Brentonico. Egli occupo' per anni gran parte del suo tempo alla ricerca storica e come egli scrive: ”Ho accettato, in occasione del 35° de “I Quattro Vicariati e le zone limitrofe” di mettere in un certo ordine cronologico, dopo averli il piu' brevemente possibile riassunti, gli argomenti che riguardano il nostro Altopiano ed in particolare Brentonico”. La lettura delle 24 pagine dell'articolo integrale e' interessante e costituisce il piu' completo resoconto storico riguardante le nostre popolazioni.

AVVERTENZA - Il gruppo di cittadini volontari chiamato "I matti della Sorna" ha lavorato duramente per rendere il trekking il piu' sicuro possibile. Tenete presente che Il Monte Baldo e' pur sempre una montagna e, come per tutte le escursioni in ambiente alpino, non e' possibile garantire la sicurezza assoluta.

Tutti i nostri trekking sul Monte Baldo e nell'alveo del Torrente Sorna in formato pdf stampabile

MONTE BALDO TUTTI I SENTIERI NEL CANYON SORNA - MAP CANYONTREK SORNA

UNKNOWN PATS ON MONTE BALDO - SENTIERI SCONOSCIUTI SUL MONTE BALDO

CORNALE' - BANCHETA - PIGNARI - BRACON - ASENI - SAIORI - PIAGU' - PIAZZINA - ALBI - CROSANO - POLSA - LODRON

FONTI - Dal sito outdooractive.com, puoi scaricare anche il file gpx del tracciato.
Sito web https://out.ac/I9BGSt
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